L'Amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in sè stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.

Parlare di benessere


Parlare di benessere, nell’attuale periodo storico che sembra evidenziare più che altro condizioni di malessere in ogni aspetto della vita, sembra un controsenso. Eppure risponde a diverse esigenze, prima fra tutte quella di intraprendere quel processo di integrazione degli opposti, che da più parti viene indicata come via evolutiva privilegiata per l’umanità del nostro tempo.

 L’essere umano è un’entità integra, unitaria, completa in se stessa, benché la sua coscienza spesso non gli consenta ancora di percepirsi in tal modo. Anzi, in genere la percezione che ha di se stesso è decisamente diversa: considera il proprio corpo fisico, la mente e lo spirito come parti a se stanti; se stesso separato dall’ambiente che lo circonda; la sfera personale ben distinta da quella sociale in cui è inserito, e così via.

 Questa concezione è stata favorita dalla cultura e dal tipo di progresso che si sono sviluppati in modo esponenziale soprattutto nel secolo scorso, anche grazie alla parcellizzazione di ogni competenza. Medicina, scienza, tecnologia, hanno tutte seguito questa via di specializzazione, che ha consentito di velocizzare i processi di sviluppo e l’acquisizione di conoscenze, ma che ora necessita di completarsi con l’integrazione delle parti, per ritrovare l’unità originaria. Il concetto di benessere non può limitarsi all’aspetto della salute fisica, che è essenziale, ma non si riferisce alla mera assenza di malattia: l’organismo umano è un meccanismo di grande perfezione che necessita di essere accudito, perché ogni distonia, ogni squilibrio, sia esso interno o esterno, ne può condizionare il buon funzionamento.

 A volte il malessere è semplicemente un richiamo all’attenzione da parte dell’organismo, o un modo attraverso cui lo stesso si libera da situazioni di squilibrio. Se lo ascoltiamo, possiamo correggere la rotta e ritrovare l’equilibrio anche rapidamente e con semplicità, ma se lo consideriamo un impedimento, anziché un messaggio, se ci occupiamo di debellare il sintomo-segnale senza nemmeno prendere in considerazione la possibilità di modificare lo stile di vita, allora può accadere che lo squilibrio si cristallizzi in forme sempre più consistenti, fino anche alla malattia.

 Lo squilibrio può derivare da molteplici fattori: emotivi, mentali, ambientali, interiori e/o di relazione, di cui occorre tenere conto. Occuparsi del ben-essere significa prestare attenzione a se stessi, alle relazioni, agli altri, all’ambiente; significa contenere i ritmi vorticosi per trovare spazi, anche piccoli, di silenzio e contatto con la natura; significa occuparsi della propria interiorità ascoltandola e nutrendola attraverso l’espressione delle proprie specifiche qualità; significa alimentarsi con cibi semplici e il più possibile genuini; significa riconoscere i propri valori e impegnarsi a perseguirli; significa dare importanza alle piccole cose del quotidiano e valorizzare il contatto umano; significa sviluppare la gratitudine per le molte cose belle presenti nella vita di ciascuno, indipendentemente dalle difficoltà con cui ci si misura.

 Ecco allora che il concetto di benessere si espande ed include le condizioni psicofisiche e gli aspetti socio-ambientali che determinano la qualità della vita, ed occuparsi di benessere significa rendersene responsabili, anche individualmente, e migliorarle con la consapevolezza di offrire il proprio contributo al miglioramento globale.

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